Il coro polifonico riflette la
vita
Riportiamo le considerazioni di
Salvatore Resca, direttore del coro Imago Vocis di
Catania (http://web.tiscali.it/imagovocis/),
che riteniamo belle e condivisibili.
Il coro polifonico riflette
la vita.
Nessuna sezione può fare a meno dell’altra.
Tutti e quattro i livelli sono necessari per
esprimere tutta la vita in tutti i suoi molteplici
aspetti.
BASSI: Sono il fondamento, esprimono la necessità
della sicurezza, della stabilità; rappresentano il
terreno solido su cui è necessario poggiare i piedi.
Il timbro è scuro come la terra e sicuro come la
roccia.
TENORI: Esprimono lo slancio, l’entusiasmo, la
verticalità, l’altezza, la tensione, la necessità di
lanciarsi verso l’alto, di avere degli ideali, di
dover necessariamente tendere verso qualcosa. Il
timbro è chiaro come l’aria chiaro e teso come il
fuoco.
CONTRALTI: Rappresentano le emozioni, i sentimenti,
l’inespresso, l’inconscio, ciò che è ancora sotto il
livello della espressività; lo sforzo che fa
l’inconscio per diventare parola. Il loro suono è
profondo come il mare, a volte agitato, a volte
calmo. Il timbro è sempre scuro ma venato dalla
chiarezza della voce femminile..
SOPRANI: E’ l’inconscio che diventa parola,
espressione, melodia; esprimono gli aspetti chiari e
limpidi della vita, il canto, la trasparenza. Il
timbro è chiaro come il cielo e cristallino come
l’acqua della fonte.
Per essere del tutto noi stessi e per esprimerci al
meglio non possiamo cantare da soli. Abbiamo bisogno
gli uni degli altri per essere noi stessi.
Il canto polifonico consiste nel conservare
integralmente la propria individualità mentre ci si
apre all’alterità.
Sono me stesso, ma, contemporaneamente, senza
distruggermi, divento un’altra cosa. Dò
contemporaneamente e ricevo dall’altro la
comprensione di me stesso e di lui.
Nella polifonia il tutto non è la semplice somma
delle parti.
Il risultato finale è sempre qualcosa di più.
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