I coristi della Corale Quadriclavio
Mio padre era un loggionista del Regio di Parma, suonava il violino e da buon ex tenore della corale lirica del suo paese alla mattina ci svegliava cantando “Nessun dorma”: il risultato di cotante sveglie furono due figli che suonavano il sax tenore, la chitarra e la batteria e una figlia (io) che strimpellava chitarra e pianoforte; visto che il sangue non è acqua mio figlio maggiore suona la chitarra ed è uno splendido tenore (ogni scarrafone è bello ….), e il più piccolo suona la batteria e il basso. La folgorazione sulla strada di Damasco l’ho avuta quando, per caso, mi sono ritrovata a cantare la musica polifonica: è stata un’emozione profondissima, un amore grande che ancora non mi ha abbandonato. Da allora sono passati sedici anni e diverse realtà corali che mi hanno regalato tanto studio (ma proprio tanto), amicizie profonde e per me importantissime (ciao Vanna, Roberto, Marco e Raffaella, mia prima ed insuperabile direttrice) e un baule zeppo di spartiti, prevalentemente a cappella, dai laudarii medioevali alla polifonia rinascimentale sacra e profana a quella barocca, con puntatine agli spirituals, ai lieder, alla liturgia ortodossa e pure a una Messa creola. La corale Quadriclavio mi ha aperto le porte al cantare con l’orchestra e i solisti i grandi capolavori della musica barocca: se possibile, un’emozione in più e sicuramente un traguardo per me importante, al quale si aggiunge l’aver trovato una grande sintonia con gli altri coristi. Altro non ho da dire. Anzi, vorrei che per me lo dicesse Baudelaire….
La musica spesso mi rapisce come un mare. con il petto in fuori e i polmoni gonfi come la
vela, sento in me vibrare tutte le passioni di una nave
che patisce; Altre volte, poi, bonaccia: grande specchio Gennaio 2007 |
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